Oggi, 4 marzo, si celebra il World Obesity Day, per sottolineare con più forza che l’obesità è uno dei problemi di salute pubblica più impegnativi del nostro secolo.

L’obesità è una vera malattia e non deve essere sottovalutata. È anche curabile, se affrontata con il giusto approccio multidisciplinare.

Quando si può parlare di obesità?

La condizione di obesità si valuta misurando un parametro biometrico chiamato Indice di massa corporea (IMC), o Body mass Index, che mette in rapporto il peso e il quadrato dell’altezza.
Una persona può essere definita clinicamente obesa se il suo IMC è maggiore di 30.
– Un indice fra i 30 e i 34,9 indica un’obesità cosiddetta di primo grado;
– un IMC superiore a 35 identifica l’obesità di secondo grado;
– sopra l’IMC 40 si ha l’obesità di terzo grado, la condizione patologica più seria.
– Un individuo il cui IMC sia fra 25 e 29,9 è considerato pre-obeso, ovvero in una condizione di sovrappeso che richiede un attento monitoraggio.

Oggi, in Italia, la condizione di obesità tocca una persona su dieci. Di fronte a questi dati, LabQuarantadue rafforza costantemente il proprio impegno nel campo della prevenzione e dell’informazione.

I rischi dell’obesità

Se a livello sociale l’obesità appare come un fattore prevalentemente estetico (spesso causando un vero pregiudizio ai danni delle persone coinvolte), ciò che è importante comprendere è che si tratta di una reale patologia che ha conseguenze di vario tipo sulla salute, alcune delle quali molto serie.
L’obesità di tipo 1, 2 e 3 ha infatti una correlazione dimostrata con:
– cancro (soprattutto quello che interessa il tratto digerente, il fegato, il seno e l’endometrio);
– diabete e patologie metaboliche;
– malattie cardiovascolari;
– patologie del sistema endocrino;
– disfunzioni sessuali e problemi di fertilità.

Inoltre l’obesità è causa di numerosi disturbi di entità minore (per esempio a carico della circolazione periferica, delle articolazioni, della cute, della digestione, del sonno) e disagi quotidiani che senz’altro influiscono sulla qualità della vita.
Ultima ma non meno importante è la ricaduta sulla vita emotiva e relazionale: è dimostrata l’influenza reciproca fra il forte sovrappeso e condizioni di ansiadepressioneritiro socialedisturbi del comportamento alimentare.
Queste parole non devono servire a spaventare: infatti, l’obesità si può curare e le patologie correlate si possono prevenire o tenere sotto controllo.
Curare l’obesità con un approccio multidisciplinare LabQuarantadue, in decenni di lavoro al servizio di pazienti con sovrappeso e obesità, ha verificato
sul campo la necessità di un approccio integrato e ha sviluppato dei protocolli di intervento capaci di dare risultati sicuri e durevoli.
Il primo passo riguarda la nutrizione consapevole: un regime alimentare studiato da specialisti è indispensabile, tanto quanto il ricorso a un’attività motoria commisurata alle possibilità del paziente.

In alcuni casi è necessario fare ricorso ad una terapia farmacologica. Attualmente in Italia, i farmaci autorizzati per la terapia dell’obesità negli adulti sono l’Orlistat, la Liraglutide e Naltrexone/Bupropione, indicati nei pazienti obesi con indice di massa corporea (BMI) maggiore o uguale a 30 kg/m2, o nei
pazienti in sovrappeso (BMI ≥ 27 kg/m2) con fattori di rischio associati.
Nei casi di obesità di secondo e terzo grado, possono essere proposte soluzioni di tipo chirurgico o dispositivi poco invasivi come il palloncino intragastrico Allurion.

Ciò che spesso manca nei trattamenti per l’obesità e il sovrappeso è l’integrazione fra prospettive e specialisti diversi: per esempio, è fallimentare proporre una soluzione che non coinvolga l’aspetto psicologico e non preveda un supporto psicoterapeutico costante, fondamentale durante un percorso personale che è oggettivamente impegnativo.
Inoltre, la comunicazione e la sinergia fra i medici che si prendono cura dello stesso paziente è essenziale per impostare un programma personalizzato efficace e senza rischi. La persona, con la sua storia e le sue difficoltà, deve essere messa al centro della terapia ed essere protagonista del cambiamento, diventando il proprio migliore alleato.