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Gestire la dieta in vacanza: i consigli Lab Quarantadue

gestire la dieta in vacanza

Come gestire la dieta in vacanza secondo gli esperti in nutrizione: consigli seri e concreti (senza stress).

Se stai seguendo un piano alimentare personalizzato avrai fatto l’abitudine a scegliere gli alimenti indicati, pesare le quantità, calcolare le calorie… Tutto relativamente semplice finché sei a casa e prepari tu i tuoi pasti.
Ma come mantenere la dieta in vacanza, quando si mangia fuori, ci si rilassa e si è circondati dalle “tentazioni”?

 

Come gestire la dieta in vacanza: premessa

Se hai intrapreso un percorso di dimagrimento stai facendo qualcosa di importante per la tua salute e per il rapporto con la tua immagine corporea, e questo va benissimo. Mettersi a dieta d’estate non deve essere però una mortificazione: è un gesto di cura verso di te, che contempla qualche “sgarro” e non deve diventare angosciante.
Cerca perciò di seguire i consigli e gli accorgimenti che seguono, ma considera che una settimana o due, se mantieni un comportamento equilibrato, non rovineranno i tuoi sforzi: niente ansia, niente senso di colpa.
Diciamo che il tuo obiettivo sarà più che altro come non prendere peso in vacanza, più che come continuare a perderlo!

 

Dieta in vacanza: scelte comode

Non sempre potrai scegliere in base alle tue esigenze specifiche, ma sicuramente una decisione comoda per continuare la dieta in ferie è risiedere in un miniappartamento, dove potrai gestire la spesa e preparare almeno la maggior parte dei pasti.
Se questo non è possibile, poni attenzione a quei pasti che puoi organizzare in autonomia: per esempio, se sei a mezza pensione, puoi concentrare la riduzione calorica sul pranzo. Attenzione: questo non deve assolutamente significare saltare i pasti o “tappare” la fame con un pomodoro! Ti ritroveresti a cena con una fame da lupi che non sarebbe certamente di aiuto.
Se ti trovi in crociera o ospite in alberghi parti di grandi catene, non sarà in verità così difficile orientarsi: molte persone hanno esigenze alimentari specifiche e il ristoro ne tiene conto: c’è spesso varietà sufficiente per comporre piatti dietetici al buffet.
In ogni caso, se il menu è ristretto e non particolarmente compatibile con il tuo piano alimentare (per esempio, nei rifugi di montagna…) ricorda che c’è una regola molto semplice che chiunque può applicare: regolare le quantità! Mangia con gusto, con porzioni un po’ più piccole della media.

 

Cosa mangiare in vacanza: un esempio pratico

Non è possibile fare un esempio che valga per tutte le persone: come raccomandiamo sempre negli ambulatori Lab Quarantadue, è indispensabile impostare una dieta personalizzata che tenga conto del fisico di ciascuno, del punto di partenza, dell’obiettivo e delle necessità nutrizionali specifiche. Tuttavia, per darti un’idea, immaginiamo un tipico menu estivo adatto per una perdita di peso moderata o una dieta di mantenimento.

Colazione: yogurt greco e frutta fresca di stagione
Pranzo al sacco in spiaggia: insalatona mista + 2 fonti proteiche a scelta come tonno/salmone/uova/mozzarella + una manciata di frutta secca + piccola fonte di carboidrati come pane/gallette oppure una porzione di mix di cereali come orzo/avena/farro o riso integrale o semi-integrale
Cena: verdure sia cotte/crude + pesce fresco o carni bianche + piccola fonte di carboidrati come pane/gallette

 

Il trucco dell’insalata

Sembra uno slogan acchiappa click, ma non lo è: cominciare il pasto con una porzione di verdura (meglio ancora se scondita) aiuta a garantire un senso di sazietà che spegne l’istinto di abbuffarsi appena arriva in tavola la portata più appetitosa.

 

Il piatto unico per non ingrassare in vacanza

Spesso è più semplice “azzeccare” l’apporto calorico e nutrizionale di una portata che di un pasto composto da primo, secondo e contorno. Un’insalatona proteica, una porzione di farro con verdure, una grigliata di pesce e ortaggi potrebbe essere una scelta gustosa e “conveniente” sul piano del calcolo calorico.

 

Non dimenticare le bevande

In verità molto dell’aumento di peso in vacanza si gioca, più che sul cibo, su ciò che bevi: pensa a quante calorie risparmi se decidi di bere semplicemente acqua (e in abbondanza!) lasciando perdere succhi, bibite zuccherate e gassate, cocktail preparati con gli sciroppi. L’idea che una lattina di cola rinfreschi più di una bottiglietta d’acqua naturale è, semplicemente, una falsa impressione.

 

Lo spuntino traditore

I fuori pasto possono essere ingannevoli: quando passi al bar con un languorino durante la passeggiata sul lungomare, ricorda che molti hanno a disposizione macedonia e yogurt naturale, che contengono certo un po’ di calorie, ma sicuramente meno di un trancio di pizza o un gelato industriale…
Lasciati attrarre, piuttosto, dal fruttivendolo di quartiere o dal banco del mercato per spezzare la fame con un frutto.

 

Fare moto per mantenere il peso forma

Controlla il contapassi nel tuo telefono: anche se non ci fai caso, le vacanze ti offrono molte occasioni di fare movimento, anche senza organizzare delle vere sessioni di allenamento.
La classica camminata nell’acqua bassa è già un aiuto notevole al tuo piano per dimagrire, rispetto alla sedia dell’ufficio!
Inoltre, approfittare di escursioni organizzate nella natura o visitare paesini arroccati in salita e pieni di scale è certamente più gradevole della cyclette.
Prova a darti un obiettivo ragionevole rispetto ai km che percorri nella tua routine quotidiana: potresti sorprenderti!

 

Coinvolgi chi ti vuol bene

Spesso il problema su che cosa mangiare in vacanza sta nel conciliare le esigenze di amici e familiari che magari non sono a dieta o non hanno voglia di pensare a un’alimentazione sana in quel momento.
È certamente un equilibrio non facile, si ha paura di “dare fastidio” o passare per guastafeste.
Ricorda che in questo caso tu non sei un problema, e non hai un problema: anche facendo dei compromessi fra le tue esigenze e quelle degli altri, hai tutto il diritto di scegliere che cosa mangiare, se e quanto bere alcolici, se preferire l’ananas al tiramisù.
Chi ti vuole bene dovrebbe riuscire a capirlo e aiutarti nel tuo percorso!

Parti con serenità, tenendo presenti i tuoi obiettivi ma anche l’allegria delle ferie! E se ti sembrerà di avere sgarrato troppo, e ti accorgerai di avere ripreso peso, gli esperti di Lab Quarantadue potranno aiutarti a tornare sui binari. Contattaci per un consulto gratuito.

Check up metabolico che cos’è

Check up metabolico che cos’è

Sovrappeso, disturbi misteriosi… Hai mai pensato di sottoporti a un check up metabolico? Ecco spiegato che cos’è, a chi serve e perché può cambiare la tua vita.

 

A cosa serve il check up metabolico

Come forse saprai, “check up” è un’espressione che si usa per indicare un controllo medico approfondito che riguarda, in questo caso, il funzionamento del tuo metabolismo.

Il metabolismo è, in parole semplici, l’insieme di meccanismi e operazioni che il corpo compie per trasformare ciò che mangiamo in energia per la nostra sopravvivenza.

Se qualcosa non funziona in questo complesso insieme di processi, possiamo avere disagi che vanno dall’aumento di peso a vere e proprie patologie metaboliche come il diabete e la sindrome metabolica, di cui parleremo fra poco.

Poiché i sintomi di un malfunzionamento del metabolismo sono difficili da collegare al problema, un test metabolico completo è l’unico modo per scoprire se qualcosa non va e intervenire.

In effetti lo scopo principale del check up del metabolismo è la prevenzione: accorgersi per tempo che esiste un disturbo a carico del metabolismo permette di correggere facilmente e velocemente il tiro, garantendo un futuro di salute e benessere!

 

Quando fare un check up metabolico

Il check up metabolico serve a tutti, è indicato a qualunque età e non deve necessariamente essere eseguito quando hai dei sintomi “sospetti”. Tuttavia è particolarmente consigliato se:

 

  • Sei in premenopausa o menopausa;
  • Hai problemi di peso e non riesci a dimagrire facilmente, o recuperi subito i chili persi;
  • Hai spesso problemi a digerire, nausea, gonfiore;
  • Soffri di apnee notturne;
  • Accusi spesso stanchezza costante, difficoltà a concentrarti, fatica mentale;
  • Soffri di orticaria, prurito, dermatiti che non trovano una spiegazione convincente presso il dermatologo;
  • Hai o sospetti di avere allergie e intolleranze alimentari;
  • Hai uno stile di vita sedentario, fumi, sei sotto stress;
  • Nella tua famiglia ci sono casi di diabete, obesità, sindrome metabolica, patologie cardiovascolari.

 

Che cos’è la sindrome metabolica

La sindrome metabolica è una patologia spesso ignorata, difficile da identificare senza gli appositi test e potenzialmente pericolosa: se non trattata può condurre a conseguenze molto serie, come ictus, tumore e malattie cardiovascolari.

Si tratta di una condizione clinica determinata da un insieme di fattori, principalmente un mix di ereditarietà e sovrappeso. In pratica, si tratta di uno squilibrio del metabolismo degli zuccheri e dei grassi, che si accumulano causando un livello di insulina nel sangue troppo alto. È simile a ciò che accade alle persone diabetiche, ma non dà nell’immediato sintomi particolarmente eclatanti e quindi può restare sconosciuta anche per anni.

Per fortuna, identificarla precocemente è anche molto facile, grazie appunto al check up metabolico!

Dal punto di vista strettamente medico, ci sono alcuni elementi che vengono controllati in questi esami (come glicemia, trigliceridi, colesterolo, albumina nelle urine…), e se sono presenti almeno due fattori si considera presente (a vari livelli) la sindrome. Puoi leggere maggiori dettagli in questo nostro articolo.

 

Che cos’è il check up metabolico: diagnosi, esami, dove farlo

Ecco in cosa consiste il check up metabolico, nella pratica.

Per ottenere un valido check up metabolico esami ed esperienza del professionista devono andare insieme. Negli ambulatori Lab Quarantadue, per prima cosa potrai prenotare un primo consulto diagnostico. Il medico:

  • ascolterà le tue difficoltà e gli obiettivi che ti prefiggi (per esempio: dimagrire, digerire meglio…);
  • ti farà una serie di domande per inquadrare il tuo stato psicofisico generale e la tua storia clinica;
  • ti prescriverà una serie di semplici esami (per esempio analisi del sangue e delle urine) mirati sul tuo caso.

Gli esami che compongono il test metabolico possono essere prenotati direttamente dal nostro personale in strutture convenzionate comode per te.

Nella seconda fase, l’équipe medica valuterà i risultati degli esami e, a seconda delle eventuali problematiche emerse, preparerà il tuo piano terapeutico:

  • piano alimentare (dieta personalizzata);
  • eventuale percorso psicologico o di rieducazione alimentare (per imparare e consolidare corrette abitudini);
  • eventuale prescrizione di ulteriori analisi di approfondimento, se necessario.

Se non sono emerse patologie particolari, non sarà necessario fare altri esami o assumere medicinali: semplicemente ti verrà consigliato il piano nutrizionale adeguato a te e un insieme di abitudini da intraprendere, per perdere peso o per liberarti dai disturbi ricorrenti.

In seguito sono previsti due incontri di follow-up, cioè di controllo per verificare come sta andando il percorso e come il tuo organismo sta reagendo alla dieta.

Come vedi si tratta di un procedimento che coinvolge esperti di diverse discipline, che devono essere competenti ma anche empatici: per questo è molto importante scegliere bene dove effettuare il check up metabolico! Contatta gli specialisti Lab Quarantadue per un primo consulto gratuito.

Disturbi dell’alimentazione: sintomi, cause e cura

Disturbi dell’alimentazione

Tutto sui disturbi dell’alimentazione: come individuare i sintomi, le cause e la cura adatta al singolo caso.

Se sai già che cosa significa la sigla DCA, probabilmente conosci una persona che si è confrontata con i Disturbi del Comportamento Alimentare. Oppure, quella persona sei tu.
Con l’aiuto dei nostri esperti, ecco un piccolo vademecum per comprendere e affrontare il problema.
Per una valutazione completa, però, non fermarti all’articolo: chiedi aiuto a uno specialista! Leggi sotto per saperne di più.

 

Che cos’è un disturbo alimentare

Cominciamo col dire che il disturbo alimentare non è un problema di peso, è una patologia psichiatrica: non è un “capriccio”, non è una “fase” e riguarda il peso solo nella misura in cui i comportamenti che la persona mette in atto influenzano la sua forma fisica, producendo eccessiva magrezza oppure sovrappeso, o un’alternanza delle due cose.

Questo significa che per risolvere un DCA anche nella sua fase iniziale sarà indispensabile un supporto psicologico.
Qualunque ragionamento vogliamo fare per parlare dei disturbi del comportamento alimentare, è da qui che dobbiamo partire.

Dal punto di vista clinico i DCA (chiamati anche DNA, ovvero Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione) vengono generalmente suddivisi in diverse “sfumature”.
Non si tratta di una divisione rigida tra disturbi diversi, ma appunto di forme differenti di uno stesso problema: un rapporto disfunzionale con l’alimentazione, dove il cibo e il peso diventano il “simbolo” di qualcosa di più complesso.

 

L’anoressia

È la forma forse più conosciuta. Il meccanismo più evidente è la ricerca di una magrezza considerata “ideale” attraverso comportamenti come:

  • Riduzione drastica delle calorie
  • Eccesso di attività fisica
  • Provocarsi il vomito
  • Abuso di lassativi.

L’anoressia nervosa è giustamente percepita come una situazione pericolosa per la salute fisica oltre che psichica: se non viene curata può portare a seri danni per l’organismo e addirittura avere esito fatale.

 

La bulimia

Nell’immaginario comune è il comportamento di chi si abbuffa in modo incontrollato.

Il volto nascosto della bulimia sono i comportamenti compensatori simili a quelli presenti nell’anoressia, come indurre il vomito, o la ricerca di forme di “autopunizione” determinate dal profondo sconforto che segue al momento in cui la persona esagera con il cibo.

 

Il BED

Un po’ meno noto è il disturbo alimentare Binge Eating Disorder (BED), talvolta chiamato anche DAI (Disturbo da Alimentazione Incontrollata): è vicino alla bulimia, ed è caratterizzato appunto da abbuffate incontrollate alle quali però non seguono comportamenti compensatori. Questo provoca nella persona che ne soffre un aumento di peso significativo, conducendo a problemi di obesità ed esponendola a rischi come ipertensione, insorgenza di diabete e altre patologie serie.

Esistono altre varianti del disturbo, che comprendono vari comportamenti di evitamento del cibo e che possono presentarsi “mescolati” con altre componenti di disagio psichico o neurologico.

Un dato interessante? Su 10 persone che soffrono di disturbi dell’alimentazione, 9 sono donne.

Inoltre, nella maggior parte dei casi l’esordio del problema si colloca durante l’adolescenza.
È qualcosa che dovrebbe farci riflettere su che tipo di ideali di bellezza e salute vengono proposti, tramite i media, soprattutto alle giovanissime: un tema su cui Lab Quarantadue si impegna strenuamente fin dalla sua fondazione.

 

Le cause dei disturbi alimentari

Per capire e per intervenire è importante sapere che le cause dei disturbi alimentari sono complesse e possono derivare da fattori biologici, psicologici e sociali.

Per ogni individuo ci possono quindi essere ragioni differenti e difficilmente esiste una causa unica, ma spesso una combinazione di elementi.

Fra le cause più comuni ci sono:

  • Presenza in famiglia di persone che presentano il disturbo
  • Traumi infantili, come abusi fisici e sessuali (“è colpa mia!”)
  • Aver subito bullismo o critiche (anche in famiglia) per il proprio aspetto e il proprio peso (“non vado bene così come sono!”)
  • Bassa autostima (“non valgo niente!”)
  • Avere assorbito un ideale di “perfezione”, non necessariamente legato al corpo ma anche alle performance scolastiche o al “successo” in generale (“non posso fallire!”)
  • Una sindrome depressiva (“non ho speranza, le cose non andranno mai meglio!”), un disturbo d’ansia o un disturbo ossessivo-compulsivo
  • Avere poche relazioni significative e isolarsi (“nessuno mi capisce!”).

 

Disturbi alimentari: a chi rivolgersi

Abbiamo detto che il supporto di uno psicoterapeuta è indispensabile.
La cura per i disturbi alimentari richiede però un approccio multidisciplinare, coinvolgendo professionisti della salute mentale, nutrizionisti e medici.

Il trattamento del DCA infatti si svolge spesso in centri specializzati, ambulatori o (nei casi più seri) tramite il ricovero in strutture specializzate dove sono presenti tutte le figure professionali utili a fornire aiuto.

Se hai l’impressione che il tuo rapporto con il cibo non sia equilibrato, e che il tuo stile di vita non sia salutare, chiedi una consulenza gratuita agli esperti di Lab Quarantadue: sapranno aiutarti a capire se hai bisogno di un programma di educazione alimentare, con la prescrizione di una dieta adeguata, oppure se è consigliabile cominciare da un supporto psicologico mirato.

In ogni caso, sappi che non sei l’unico essere umano a confrontarsi con questi problemi, anzi: i disturbi dell’alimentazione rappresentano una sfida significativa per la salute mentale e fisica di molte più persone di quanto si potrebbe pensare.

Si tratta di sfide complesse ma affrontabili, accedendo alle giuste risorse per raggiungere un benessere profondo.

Filler viso

Filler viso

Cos’è il filler viso, quanto dura, pro e contro di questa soluzione per rughe e inestetismi.

Avrai sentito parlare di “filler” e magari lo avrai visto usato da qualche amica, ma vorresti capire bene di cosa si tratta, come funziona e se ci sono controindicazioni. È l’atteggiamento giusto: un trattamento estetico deve essere affrontato con consapevolezza e appoggiandosi a degli esperti davvero competenti!

Abbiamo chiesto al Dottor Riccardo Midolo, direttore sanitario degli ambulatori Lab Quarantadue, di rispondere a tutte le domande e darci informazioni sui filler viso.

 

Che cos’è il filler, esattamente?

Letteralmente “filler” significa “riempitivo”: si tratta di una tecnica di medicina estetica che consiste nell’iniettare sottopelle, nei punti “critici”, un composto a base di acido ialuronico.

L’acido ialuronico è una sostanza naturale biocompatibile, cioè non è estranea alla pelle, anzi è proprio uno degli elementi costitutivi del derma (tanto che verrà poi riassorbito dall’organismo senza lasciare traccia): il suo effetto è idratante, rimpolpante e distensivo.

 

Quindi il filler acido ialuronico non è il botox?

No, i trattamenti con iniezioni filler all’acido ialuronico hanno un funzionamento completamente diverso rispetto alle iniezioni di tossina botulinica: il filler agisce sugli strati più profondi dell’epidermide, mentre il botox lavora sulla muscolatura del viso. Sono entrambi trattamenti antiage specialistici. Un esperto potrà consigliare quello più indicato alla situazione e agli obiettivi estetici della persona.

 

Come funziona il filler viso?

Semplificando, la nostra pelle è naturalmente ricca di acido ialuronico; con l’età, la concentrazione diminuisce causando il cedimento dei tessuti e la perdita di elasticità. Reinserendo una “dose” di questa sostanza a livello del derma, con micro-iniezioni mirate, si restituisce una condizione simile a quella della pelle giovane, contribuendo quindi a idratare la cute, elasticizzarla e “spianare” le rughe.

La seduta di applicazione dura circa 30 minuti: si tratta di iniezioni eseguite con un ago sottilissimo, che quindi non richiedono alcuna anestesia. Per le pelli più sensibili è possibile applicare una crema anestetica prima di iniziare, ma il trattamento è sicuramente poco invasivo e provoca solo un leggero fastidio.

Una volta finito, si possono riprendere le normali attività di sempre!

 

Parliamo degli effetti: che cosa posso aspettarmi?

Quanto ai risultati del filler viso e dei trattamenti con acido ialuronico in generale, questi permettono di ottenere un effetto finale dall’aspetto naturale. Tramite queste iniezioni si ottiene che le rughe profonde si “riempiono”, e si può guadagnare volume in punti del viso in cui l’età ha reso i tessuti meno tonici.

Per esempio, facendo un filler labbra si può ottenere più volume e un aspetto più giovanile per la bocca, ma ci sono altre possibilità, come:

  • rimpolpare gli zigomi
  • ridefinire la linea di guance o mento
  • fare un filler occhiaie per distendere le borse sotto gli occhi
  • fare un filler naso, o “rinofiller”: molti non conoscono questa possibilità, che consente di rimodellare il profilo del naso dando strategicamente volume ai “punti giusti”, senza chirurgia.

Il filler viso può anche essere usato per ridurre inestetismi come cicatrici dell’acne o per trattare altre zone del corpo.

 

Quanto dura il filler viso?

L’effetto del filler è temporaneo: proprio perché si tratta di una sostanza biocompatibile, gradualmente viene riassorbita. Si può, a quel punto, decidere di ripetere la seduta.

La durata dell’effetto è molto variabile da persona a persona: dipende dallo stato della pelle, dall’età, dallo stile di vita di ciascuno. In linea generale, il filler rughe ha una durata di 6-9 mesi mentre i filler zigomi e naso, che hanno una concentrazione diversa, possono durare anche 18 mesi.

Attenzione: il professionista vi consiglierà i tempi di attesa prima di eventualmente ripetere il trattamento e la concentrazione di somministrazione adeguata alla vostra pelle, perché come per tutti i procedimenti di medicina estetica è importante non “anticipare” il lavoro naturale dell’epidermide, che deve avere il tempo di funzionare senza essere “imbeccata” con una frequenza esagerata.

Per questo è fondamentale rivolgersi solo a centri specializzati e qualificati, che conoscano bene il meccanismo biologico dell’invecchiamento cutaneo e le tecniche proage più avanzate.

 

Effetti collaterali filler viso: ce ne sono?

Il trattamento è sicuro e non invasivo, quindi gli unici effetti collaterali del filler viso possono essere minuscoli lividi in corrispondenza dell’iniezione e un possibile formicolio. Solo in rari casi compaiono lividi più evidenti.

Se il trattamento è eseguito correttamente e in un ambiente adeguato, e si seguono le indicazioni per il “post”, non si avranno sorprese.

 

Che cosa non fare dopo filler viso e microiniezioni in generale?

Le raccomandazioni sono le stesse che darei per qualsiasi intervento microinvasivo sulla pelle: è importante non traumatizzare l’epidermide sfregando, grattando o massaggiando vigorosamente, ed è bene mantenerla ben pulita.

Consiglio inoltre di non esporre la zona trattata a temperature molto calde o fredde nei 2-3 giorni successivi, quindi niente sauna, abbronzatura o stanza della neve!

 

Controindicazioni filler viso: esistono, o c’è qualcuno che non può fare il filler?

Sicuramente non è possibile sottoporsi al trattamento se si ha in quel momento un’infezione della pelle o un’eruzione di herpes, per esempio. Occorrerà prima risolvere la situazione.

È inoltre sconsigliato a persone che abbiano avuto reazioni allergiche ad altri trattamenti cutanei a base di acido ialuronico, o a chi fosse interessato da una patologia autoimmune, una forma avanzata di diabete o un’endocardite.

Ora sai praticamente tutto sul filler viso all’acido ialuronico. Vorresti una consulenza personalizzata per sapere se è il trattamento giusto per te? Contatta subito gli ambulatori Lab Quarantadue per un primo consulto gratuito.

Rimettersi in forma velocemente dopo le feste

Rimettersi in forma velocemente dopo le feste

Scopri come rimettersi in forma velocemente dopo le feste con le strategie verificate dai nostri specialisti.

Se fra Natale e l’Epifania hai un po’ esagerato e hai preso peso sicuramente senti il bisogno di smaltire i chili di troppo, e magari speri di farlo in modo rapido…

Il desiderio di perdere peso in poco tempo è comprensibile e non è “sbagliato” come a volte si sente dire: esistono dei sistemi per dimagrire velocemente in modo sicuro ed equilibrato, purché siano consigliati e seguiti da un professionista!

Anche i trattamenti medico estetici più all’avanguardia ti aiuteranno nella tua remise en forme generale: naturalmente dovrai associarli a una dieta su misura, soprattutto se il peso accumulato è “importante”. Niente paura: siamo qui apposta per darti i giusti consigli.

 

Come fare per rimettersi in forma velocemente dopo le feste

Puoi lavorare su alcuni aspetti contemporaneamente: la dieta, gli inestetismi, le abitudini sul lungo termine.

Dieta detox post abbuffate

Il primo passo dopo un periodo di stravizi è appunto farti prescrivere una dieta per dimagrire con i tempi e gli obiettivi adatti al tuo fisico, alla tua età e alla tua situazione di partenza. “Rapidamente”, infatti, può significare cose diverse se hai 20 o 50 anni: è importante conoscere il tuo stato di salute e il tuo quadro ormonale per darti un menu settimanale efficace!

Puoi rivolgerti a un nutrizionista online che valuterà i tuoi parametri e le tue abitudini, e ti consiglierà il regime corretto.

Non deve per forza trattarsi di un percorso lunghissimo o molto drastico: per esempio, se hai un problema di adipe localizzato, il dietologo ti può suggerire un programma alimentare specifico per intervenire in modo mirato, mentre, se hai esagerato con tipi di alimenti non adatti al tuo profilo genetico, potresti avere bisogno di una dieta per sgonfiare e drenare, più che per sciogliere i grassi.

 

I trattamenti medico estetici per dimagrire

Oggi nei centri seri e certificati come Lab Quarantadue sono disponibili numerosi trattamenti medico estetici corpo finalizzati proprio a sciogliere velocemente i grassi e depurare l’organismo, supportando il lavoro che fai con l’alimentazione.

Qualche esempio?

C’è anche un discorso psicologico: se hai una sensazione di pesantezza, sonnolenza, ti senti a disagio o addirittura in colpa per aver esagerato, ricevere consigli e supporto da professionisti abituati a gestire anche le tue emozioni ti permetterà di dare ascolto a quello che senti e sfruttarlo per stare meglio, fisicamente e mentalmente.

 

5 consigli per dimagrire velocemente dopo le feste

  • Non saltare i pasti: non ti fa dimagrire, a meno che faccia parte di un programma serio (dato dal medico) che considera delle fasi di digiuno intermittente.
  • Riduci gli zuccheri “inutili” (come quelli di caramelle, bibite zuccherate) e i grassi saturi (come snack ipercalorici, salse industriali, gelati confezionati), il sale e l’alcol.
  • Aumenta il consumo di fibre e di acqua naturale.
  • Fai attività fisica in modo regolare ed equilibrato, alternando attività aerobica e di potenziamento
  • Segui i quattro consigli che hai appena letto con equilibrio e moderazione, rivolgendoti sempre a un esperto per indicazioni ulteriori e chiarimenti!

 

Qualunque percorso tu decida di scegliere, ti verrà dato anche qualche consiglio di “mantenimento”, ovvero ti verranno insegnate alcune abitudini semplici, ma importanti, da portare nella tua quotidianità per conservare i risultati raggiunti nel tempo e farti un regalo di benessere psicofisico e bellezza. Anche se Natale è già passato!

Se sei interessato ai nostri trattamenti medico estetici o a un percorso di dieta personalizzata contattaci per un consulto gratuito.

Test genetici alimentazione: cosa sono e perché sono utili

Test genetici alimentazione

Tutto sui test genetici ed alimentazione: cosa sono, quando farli e perché servono

Il rapporto fra il tuo corredo genetico e il cibo che mangi è molto più articolato di quanto possa sembrare, e apre a incredibili prospettive per la prevenzione, per il benessere e soprattutto per risolvere i problemi di sovrappeso più ostinati.
Grazie ad appositi test genetici potresti scoprire finalmente la corretta dieta per dimagrire in modo efficace, dopo tanti tentativi andati a vuoto.

 

Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire:

  • che cosa c’entra il DNA con la dieta;
  • che cosa si può scoprire con un test genetico alimentare;
  • quando e perché dovresti farne uno.

 

Perché il cibo influenza il DNA

La scienza nutrigenetica studia da anni l’interazione fra il cibo e il DNA e ha ormai dimostrato che ciò che mangiamo influenza il nostro corredo genetico. Cerchiamo di capire in che modo.

Come tutti sappiamo, tramite i geni noi ereditiamo delle caratteristiche dai nostri genitori. Alcune di esse sono “fisse” ed evidenti, come il colore degli occhi. Altre funzionano in modo più complesso: il nostro organismo conserva un insieme di probabilità, che saranno diverse da quelle degli altri individui. Immaginale come tanti pulsanti, che possono essere premuti oppure no. Ebbene, la nostra alimentazione contribuisce a determinare il modo in cui i nostri geni si esprimono, premendo alcuni “pulsanti” e indirizzando il nostro corpo in direzioni diverse, più e meno buone.

 

Test genetici alimentazione: un test utile a tutti

Ognuno di noi ha in pratica dei cibi dannosi per l’organismo: cibi che di per sé sono assolutamente innocui, ma che non vanno bene per noi; questi alimenti, consumati giorno dopo giorno, “sbloccano” delle potenzialità già presenti nel nostro DNA, che non necessariamente si sarebbero attivate.

Questo potrebbe significare semplicemente accumulare cuscinetti di grasso, sviluppare un’intolleranza o fare fatica a perdere i chili di troppo nonostante una dieta personalizzata. Ma potrebbe anche significare sviluppare una malattia (anche grave) per la quale siamo predisposti: diabete, obesità, celiachia, patologie metaboliche e persino tumori, osteoporosi e morbo di Crohn.
Di conseguenza, modificare l’alimentazione con una dieta genetica premerà dei “pulsanti” diversi, permettendo di limitare e addirittura invertire gli effetti innescati.

Per sapere come correggere il tiro, però, dobbiamo scoprire quali sono per te gli alimenti da evitare per perdere peso, per prevenire una patologia o per risolvere un’intolleranza. Fortunatamente, esistono appositi test molto semplici da eseguire.

 

Che cos’è un test genetico alimentare

Un test nutrigenetico non è altro che un esame di un campione di saliva, totalmente indolore e non invasivo.
Il campione viene analizzato in laboratorio, dove uno specialista si concentra sui cosiddetti polimorfismi (semplificando, le parti del DNA che ci distinguono dagli altri individui) andando a individuare la tua predisposizione, valutando per esempio:

  • come assorbi e smaltisci i grassi;
  • come reagisci ai carboidrati;
  • se tendi ad accumulare adipe in determinati punti;
  • se hai o rischi di sviluppare delle intolleranze a specifici ingredienti;
  • se hai predisposizione per disfunzioni del metabolismo, malattie infiammatorie dell’intestino, alcuni tipi di tumore e altre patologie.

 

La dieta del DNA

Una volta raccolti i dati che ti riguardano, il nutrizionista sarà in grado di consigliarti la tua dieta del DNA personalizzata.
In altre parole, ti verrà proposto un piano alimentare che valorizza gli alimenti che ti fanno bene segnalandoti quelli da ridurre o evitare, combinando il tutto in un programma dietetico equilibrato.
Questo sarà utile non solo per perdere peso in modo duraturo, ma anche per prevenire problemi futuri e migliorare il tuo stato di salute. Insomma, una remise en forme che parte da dentro e guarda al domani!
Se preferisci l’interazione a distanza, dopo il test avrai a disposizione anche online nutrizionista ed esperti di nutrigenetica che sapranno consigliarti e rispondere alle tue domande.

Prenota subito un consulto gratuito con uno dei professionisti dell’equipe Lab Quarantadue per scoprire di più.

Cos’è la sindrome metabolica?

Cos’è la sindrome metabolica?

Cos’è la sindrome metabolica: sintomi, cure e come capire se ce l’hai.

Sconosciuta ai più ma in verità piuttosto comune, la sindrome metabolica (o dismetabolismo) è spesso la causa nascosta di problemi di peso, difficoltà a dimagrire e disturbi di varia natura. Indagare la sua presenza può farti scoprire la vera causa del sovrappeso e permetterti di intervenire nel modo giusto.

 

Cos’è la sindrome metabolica

Partiamo dai fondamentali.

  • Una sindrome è una condizione complessa di sintomi e fattori;
  • Il metabolismo è, semplificando, il meccanismo con cui assimili e trasformi in energia il cibo;
  • La sindrome metabolica è quindi un malfunzionamento generale del tuo metabolismo.

 

Sindrome metabolica: cause

Le cause della sindrome metabolica sono complesse e spesso è difficile capire la direzione causa-effetto.
C’è senz’altro una predisposizione genetica, quindi se qualcuno nella tua famiglia è in sovrappeso, ha problemi di fegato e di cuore, ha il diabete, ha avuto un ictus… fare un check up metabolico è sicuramente consigliato.
C’è poi il ruolo dello stile di vita: alimentazione scorretta, sedentarietà, fumo, stress, sovrappeso sono fattori che possono innescare i problemi di metabolismo.
Considera che in media circa il 20% della popolazione ne soffre, per la maggior parte senza saperlo e quindi senza intervenire in modo corretto!

 

Sindrome metabolica: sintomi

Chiaramente è importante conoscere i campanelli d’allarme che devono far sospettare una sindrome metabolica, per esempio:

  • hai spesso un malessere generale: ti senti stanco, soffri di mal di testa, hai orticaria o problemi della pelle, fai fatica a digerire;
  • hai problemi di peso marcati, che non si risolvono facilmente (circonferenza addominale oltre i 102 cm negli uomini o gli 88 cm nelle donne);
  • soffri di pressione alta o ipertensione;
  • sei diabetico;
  • soffri di cuore.

A completare il quadro devi considerare anche fattori di rischio come il fumo, il consumo di alcolici, una scarsa attività fisica.

 

Sindrome metabolica: esami da fare

Se hai almeno due dei problemi elencati sopra o comunque sospetti che il tuo metabolismo non funzioni nel modo ottimale, puoi sottoporti a delle analisi specifiche. Tramite gli esami del sangue previsti dal check up metabolico, lo specialista può verificare:

  • se hai squilibri nella glicemia e nel colesterolo “cattivo” (LDL);
  • se hai i trigliceridi alti e/o glicemia alta (zuccheri nel sangue);
  • se soffri di dislipidemia (troppi grassi nel sangue) o insulino-resistenza;
  • inoltre, tramite una visita accurata, potrà valutare il tuo indice di massa corporea, la tua pressione minima e massima e la presenza di altri fattori di rischio.

 

Sindrome metabolica: come si cura

Il punto su cui si può veramente intervenire in modo efficace è l’alimentazione. Una volta acquisita un’anamnesi completa, il nutrizionista preparerà per te una dieta per la sindrome metabolica, che servirà a:

  • perdere peso;
  • eliminare alimenti che peggiorano la situazione;
  • insegnarti abitudini alimentari corrette e adatte al tuo caso;
  • monitorare il tuo stile di vita anche al di là della dieta.

Per curare la sindrome metabolica dieta e consapevolezza alimentare sono fondamentali, ma dovrai anche considerare un aumento del moto e una maggiore attenzione ai ritmi del sonno e allo stress.

 

Sindrome metabolica: integratori

Se necessario, il medico ti prescriverà anche degli integratori specifici o, in alcuni casi, dei farmaci dimagranti per predisporre l’organismo a un trattamento a lungo termine.

È molto importante capire che puoi sottoporti agli esami anche se non ti trovi in una condizione conclamata di obesità e problemi cardiovascolari, ma come prevenzione: intervenire a monte ti metterà al riparo dalla possibilità di sviluppare la sindrome metabolica in futuro, proteggendoti e garantendoti negli anni a venire un invecchiamento armonico e uno stato di salute adeguato.

Vuoi ricevere maggiori informazioni? Prenota il tuo consulto gratuito con uno degli esperti dell’equipe Lab Quarantadue.

La dieta online funziona?

La dieta online funziona?

Fare la dieta online funziona davvero o è una perdita di tempo? Dipende da chi c’è dall’altra parte… Ecco tutto ciò che ti serve sapere per scegliere con consapevolezza.

Spesso siamo bombardati da pubblicità che promettono una dieta online su misura, ma di fatto rimandano poi a servizi automatici poco affidabili o app a pagamento senza interazione con un operatore. Cerchiamo di capire allora quando la dieta online è efficace e sicura e quando non lo è.

Dieta online: nutrizionista o app?

Considera che ogni persona sul pianeta ha un corpo unico, determinato dal suo DNA: certamente ci sono consigli alimentari che valgono per molti individui, ma nessuna app automatizzata, per quanto accurata, può essere sicura quanto un colloquio con un medico!
Calcolatori automatici, test online e applicazioni possono essere interessanti se vuoi semplicemente acquisire qualche informazione nutrizionale di base e motivarti nel progetto di perdere peso, ma per un percorso di dimagrimento che dia risultati visibili senza rischi è davvero meglio affidarti a un servizio di nutrizionista online.
Quando scegli a chi rivolgerti, controlla che il servizio faccia capo a persone “vere”, meglio se a un team multidisciplinare che possa valutare tanti aspetti della tua salute alimentare, non soltanto i chili di troppo!

Dieta online personalizzata: come funziona?

Per capire rischi e benefici considera che oggi è praticamente all’ordine del giorno interagire in videochiamata con operatori professionali di molte discipline.
Nel caso del nutrizionista online dieta personalizzata e consigli di educazione alimentare non vengono proposti “a caso” sulla base di informazioni risicate, ma solo in seguito a un colloquio approfondito.
Spesso inoltre gli studi qualificati ti forniscono degli strumenti di monitoraggio con i quali potrai essere in costante contatto con lo specialista, confrontandoti sul tuo piano alimentare ma anche su abitudini da imparare, stato emotivo durante la dieta, possibili disturbi collegati all’alimentazione o dubbi sul menù settimanale.

Come avviene un consulto con un nutrizionista online

Un appuntamento serio in telemedicina con un nutrizionista o/e un dietologo online dovrebbe consistere in una intervista approfondita, anche in più sedute, nella quale lo specialista si informa su molti aspetti della vita del paziente:

  • il suo peso attuale e l’indice di massa corporea
  • l’obiettivo che si pone
  • la sua storia personale e familiare, dal punto di vista medico
  • le abitudini alimentari
  • lo stile di vita (fumo, stress, attività fisica…)
  • lo stato di salute generale
  • lo stato emotivo e il rapporto con il cibo e l’immagine corporea.

Le domande dovrebbero essere poste con delicatezza e facendo sentire la persona ascoltata, accolta e non giudicata, con molta attenzione alla privacy.
Gli specialisti Lab Quarantadue sono molto scrupolosi nel raccogliere le informazioni dei pazienti e, se necessario, consigliano esami diagnostici specifici per escludere o monitorare patologie o situazioni di rischio.

A chi serve la dieta online

Un percorso di dimagrimento gestito interamente online fa per te se:

vuoi perdere peso e tornare in forma, ma non ti va di impiegare tempo e denaro per spostarti fino all’ambulatorio più vicino a te;
l’idea di andare di persona in sede ti mette a disagio e preferisci un contesto di privacy;
vuoi metterti in gioco ma hai bisogno che qualcuno ti segua, consigliandoti cosa mangiare e come gestire la tua alimentazione e motivandoti “a distanza”.

Un aspetto molto comodo della dieta telematica è che puoi monitorare i tuoi progressi insieme al nutrizionista, che ti proporrà degli incontri in videochiamata per valutare il percorso e, se necessario, correggere il tiro.
La dieta online potrebbe non essere adatta a te se soffri di obesità grave, hai patologie rilevanti o hai già provato molte diete senza risultato: il medico potrebbe consigliarti una valutazione in ambulatorio per esaminare attentamente il tuo caso.
La dieta online funziona quindi? Sì se sceglierai di farti seguire da un nutrizionista online che prescrive una dieta personalizzata su misura in base alle tue esigenze.

Un esempio di dieta online

Proviamo a spiegare con un esempio la dieta online come funziona, riportando il caso di una nostra paziente, Elena, che si è rivolta a Lab Quarantadue per un aumento di peso.
Elena ha 45 anni, è alta 1 metro e 70 e ha sempre mantenuto un peso fra i 55 e i 60 kg, adatto alla sua corporatura. Nel giro di un anno ha preso 8 kg e non avendo mai fatto una dieta non sa come regolarsi. Prova a prenotare un consulto gratuito per capire se il dietologo online è una soluzione che fa per lei.
Già durante il primo colloquio emerge che da quando ha cambiato lavoro Elena mangia spesso al bar o si porta al lavoro pietanze pronte; inoltre, non va più in ufficio a piedi ma deve prendere l’auto. Le nuove responsabilità professionali sono fonte di stress per Elena, che a volte resta alzata fino a tardi e mangiucchia snack mentre guarda la tv.

Lo specialista ascolta il racconto di Elena e le fa domande mirate, facendole anche notare che l’aumento di peso potrebbe essere collegato a una iniziale premenopausa.
Elena decide di intraprendere il percorso con il nutrizionista che prevede alcuni step:

  • un secondo colloquio di approfondimento ed educazione alimentare, per valutare la conoscenza che Elena ha delle abitudini corrette e aiutarla a gestire le scelte;
  • il controllo via e-mail degli esami medici più recenti e dei risultati di alcune analisi consigliate dal medico durante il primo consulto;
  • un piano di dimagrimento iniziale basato sulla dieta chetogenica online, da seguire settimanalmente, seguito da una dieta ipocalorica di mantenimento;
  • un colloquio con lo psicologo, per aiutare Elena a gestire dello stress e ricavare momenti per il proprio benessere;
    incontri di follow up ogni 15 giorni fino al raggiungimento dell’obiettivo.

Desideri maggiori informazioni per capire se la dieta online personalizzata è adatta a te? Prenota subito un consulto gratuito con uno dei nostri professionisti, che ti aiuterà a comprendere meglio la tua situazione prima di prendere una decisione!

Come trattare la pelle del viso dopo le vacanze estive

come trattare la pelle post vacanze

Rientro in città? Ora è il momento di portare in vacanza la tua pelle. Scopri con i nostri consigli come trattare la pelle del viso dopo le vacanze estive.

Dopo un’estate di sole, sale, caldo e magari qualche sgarro alle abitudini sane la nostra pelle potrebbe essere più stressata di quanto crediamo.
La dottoressa Tenchini, specialista dell’equipe Lab Quarantadue, risponde alle domande che le vengono poste più di frequente e ci spiega:

  • come trattare correttamente la pelle a fine estate;
  • quali trattamenti estetici viso sono più adatti per ridare benessere alle cellule.

 

Cominciamo dalla domanda più immediata: davvero la pelle si sciupa in vacanza?

La questione è un po’ più complessa: in generale ci sono diversi fattori alla base dell’invecchiamento cutaneo, delle macchie e degli inestetismi come acne o arrossamenti. Alimentazione, equilibrio ormonale, stile di vita, inquinamento e stato generale di salute sono certamente elementi rilevanti.
Tuttavia, i principali responsabili di rughe e lassità sono i famosi radicali liberi, molecole che si generano naturalmente all’interno del nostro corpo e che possono essere prodotti in eccesso in determinate condizioni.
Un attivatore della produzione di radicali liberi è l’esposizione ai raggi UVA e UVB, quindi al sole. È evidente che se andiamo in vacanza al mare o in montagna e passiamo molto tempo all’aria aperta trarremo vantaggi su molti fronti, ma potremmo esporre la pelle a un maggiore rischio di invecchiamento.

 

Quindi l’abbronzatura rovina la pelle?

Un’esposizione prolungata, magari senza una adeguata protezione, è senz’altro un “colpevole” del fotoaging (invecchiamento da sole) e della pelle secca e spenta. Possiamo quindi in effetti dire che, in certe condizioni, il sole invecchia la pelle; può anche peggiorare la tendenza all’occlusione dei pori e di conseguenza la comparsa di punti neri e acne.
Tuttavia in vacanza può capitare anche di mangiare con meno attenzione, bere più alcolici, fumare qualche sigaretta, e anche di modificare i nostri ritmi di sonno/veglia.
Anche questi elementi possono lasciare il segno sull’aspetto della cute ed è importante recuperare terreno, restituendole ciò di cui ha bisogno.

 

Che cosa bisogna fare per riportare l’equilibrio?

L’obiettivo principale è idratare la pelle in profondità, restituendole il “nutrimento” perduto, e stimolandola a riattivare il normale ricambio cellulare.
Per fare questo esistono cosmetici specifici e anche alcuni trattamenti proage, cioè trattamenti di medicina estetica pensati per limitare e far regredire gli inestetismi.

I trattamenti che consiglio per recuperare un aspetto sano e setoso, ma soprattutto per incentivare la salute della pelle, sono la biorivitalizzazione e il peeling chimico.

La Biorivitalizzazione è un trattamento che si esegue in cabina tramite microiniezioni superficiali che vanno a contrastare la perdita di vitamine e acido ialuronico tipiche dell’invecchiamento cutaneo, e responsabili a lungo andare della comparsa di rughe, ispessimenti e pigmentazione irregolare.

Il Peeling chimico esfoliante e illuminante serve invece ad aiutare la cute a “liberarsi” delle cellule morte, riavviando il naturale processo di ricambio cellulare e stimolando gli strati sottocutanei a ripristinare la produzione di collagene. Viene eseguito applicando sul viso formule specifiche per la delicata cute di viso e collo ed è una tecnica assolutamente non invasiva. È adatto anche al corpo, specie se ci sono problemi come le cicatrici da acne, che con la fotoesposizione scuriscono creando un effetto antiestetico.

 

Ma non basterebbe una crema antiage?

Certamente utilizzare regolarmente creme antirughe di alta qualità è importante per preservare una pelle matura, ma i trattamenti stagionali sono un “reset” che ha un po’ l’effetto di una vera vacanza in Spa per la nostra pelle.
Va aggiunto che questi trattamenti viso di biostimolazione permettono di curare anche la pelle del collo e del decolleté che spesso “dimentichiamo”: alzi la mano chi ricorda sempre di stendere la protezione solare anche sul collo e il petto quando indossa una maglietta appena un po’ scollata…

 

Non c’è modo di evitare i danni alla pelle “effetto vacanza”?

Questa è la domanda a cui rispondo più volentieri: oltre a compensare gli inestetismi con i giusti trattamenti è importantissimo entrare in un’ottica di prevenzione proage. C’è infatti uno stretto rapporto fra pelle e stile di vita e questo è il terreno su cui possiamo davvero lavorare.

Questo significa portare nella nostra routine l’attenzione a ciò che può aprire la strada al fotoinvecchiamento durante tutto l’anno! In particolare consiglio di:

  • curare l’alimentazione: avere una dieta varia ed equilibrata ricca di nutrienti antiossidanti, evitare gli eccessi in fatto di zuccheri, grassi saturi, alcool;
  • mantenere idratato l’intero organismo consumando abbondante acqua;
  • curare le proprie abitudini: ritmi irregolari, sonno insufficiente, stress, fumo, sedentarietà sono tutti nemici della pelle, ben più del sole!

Per approfondire i trattamenti di medicina estetica più adeguati al tuo caso e ricevere consigli sulla tua alimentazione puoi chiedere un consulto gratuito ai professionisti dell’equipe Lab Quarantadue.

Come scoprire intolleranze alimentarie perché è importante

come scoprire intolleranze alimentari e perché è importante

Intolleranze alimentari: che cosa sono, quali sono i sintomi, i test per scoprire se sei intollerante e le linee guida per curarti.

C’è chi è convinto che le intolleranze alimentari non esistano e che sia una “nuova moda”. In realtà un tempo non se ne parlava perché la ricerca scientifica non aveva ancora gli strumenti per collegare all’alimentazione alcuni disturbi molto comuni e molto sfuggenti come sono appunto i sintomi di un’intolleranza.
Chi ne soffre sa invece benissimo che questi sintomi sono tutt’altro che inventati e ha il diritto di scoprire la causa e trovare la soluzione.

Che cosa sono le intolleranze alimentari

Il nostro organismo reagisce a tutto ciò che introduciamo dall’esterno, quindi sostanzialmente al cibo che ingeriamo. Ora, a seconda del nostro corredo genetico, alcuni specifici nutrienti possono provocare nel corpo una reazione di difesa, simile (come concetto) a quella che avviene per una tossina o un virus. Le situazioni più comuni sono l’intolleranza al lattosio e al glutine, ma ce ne sono molte altre.
A lungo andare, questa risposta di allarme genera uno stato di infiammazione a carico di alcuni organi e procura disturbi fastidiosi come:

  • Gonfiore addominale
  • Nausea
  • Cattiva digestione
  • Mal di stomaco
  • Dissenteria
  • Orticaria o eczema
  • Asma o “naso chiuso”
  • Mucose della bocca irritate
  • Mal di testa
  • Stanchezza
  • Difficoltà a concentrarsi
  • Irritabilità e umore instabile

Se non identificato e curato, questo stato di infiammazione costante può condurre l’organismo a sviluppare patologie anche gravi. Anche senza arrivare a questo, certamente i disagi provocati dalle intolleranze alimentari peggiorano la tua qualità di vita ed è importante approfondire: se ti sembra di avere alcune di queste manifestazioni informati con il tuo medico su dove fare test intolleranze alimentari nella tua zona. Gli ambulatori Lab Quarantadue li eseguono e hanno numerose sedi e partner in tutta Italia.

Allergie e intolleranze alimentari: che differenza c’è

Le intolleranze non coinvolgono (o almeno non sempre) il sistema immunitario e dunque non provocano una reazione immediata, come avviene invece nelle allergie. Dipendono da una ridotta o assente capacità di assimilare l’alimento, per la mancanza o il malfunzionamento degli enzimi necessari.
Questo significa che il sintomo può comparire molte ore, persino giorni, dopo che hai mangiato qualcosa che non tolleri. Inoltre, mente basta una dose minuscola di allergene per provocare una reazione allergica, i sintomi delle intolleranze dipendono dalla quantità di alimento che assumi e si manifestano solo se superi una certa soglia.

Per semplificare: se hai delle intolleranze alimentari sfoghi cutanei, mal di pancia o cefalea possono comparire 24 ore dopo che hai mangiato (per esempio) un sacchetto di mandorle tostate, ma non comparire affatto se mangi una o due mandorle soltanto.
Per queste ragioni, è molto più difficile collegare la causa al sintomo e servono appositi esami diagnostici.

Come scoprire se si ha un’intolleranza alimentare

Esistono in circolazione, purtroppo, diversi test inaffidabili e fuorvianti che possono produrre effetti pericolosi sulla tua alimentazione senza risolvere il problema.
Rivolgiti senz’altro a un centro specializzato o un professionista affidabile che si appoggi a laboratori di analisi seri nello svolgere indagini come il test del dna o il test per la disbiosi intestinale.
Inoltre, quando si eseguono test per le intolleranze alimentari costi differenti non corrispondono a risultati di minore o maggiore qualità: in genere il prezzo è determinato dal numero di alimenti su cui si concentra l’indagine.
Per questo è importante che all’esame sia abbinato un colloquio preliminare con il dietologo in modo da rendere le analisi realistiche ed efficaci, senza “sprecare” test su alimenti che per esempio non consumi mai.

Che cosa fare se il test intolleranze alimentari segnala qualcosa

Se il risultato degli esami per intolleranze alimentari è positivo, fai molta attenzione a seguire i consigli di un nutrizionista per adattare la tua alimentazione alla situazione:

  • potrà essere necessario eliminare per un periodo non solo quel determinato alimento, ma anche alcuni suoi “parenti”;
    sarà indispensabile bilanciare la dieta introducendo o aumentando il consumo di alimenti sicuri che compensino, in modo da evitare carenze dannose;
  • è bene farti seguire al momento di reintrodurre progressivamente l’ingrediente “colpevole”.

Il benessere dell’intestino gioca un ruolo fondamentale sia nella cura che nella prevenzione delle intolleranze alimentari. Oltre a effettuare test per rilevare allergie e intolleranze, è cruciale prendersi a cuore la propria salute intestinale:

  • con un’alimentazione equilibrata e varia, ricca di fibre;
  • bevendo tanta acqua;
  • evitando lo stress, il fumo, l’eccesso di alcol e le abitudini scorrette.

Se hai l’impressione che qualcosa non vada nel modo in cui il tuo organismo reagisce ai cibi, asseconda ciò che il corpo ti sta dicendo: rivolgiti a un centro affidabile, come uno degli ambulatori Lab Quarantadue, e togliti il dubbio! Prenota ora il tuo consulto gratuito.